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La Lotus mai nata diventa realtà

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All’inizio degli Anni ’70 doveva correre la CanAm.

 Alla Settimana Motoristica di Monterey ha fatto la sua prima apparizione la Lotus Type 66, una biposto riservata alla pista che sarà costruita in soli 10 esemplari venduti ad un milione di Sterline (circa 1,17 milioni di Euro) l’uno e che riprende un progetto mai nato, avviato all’inizio degli Anni ’70 dalla Casa inglese per partecipare al campionato nordamericano Can-Am con al volante Emerson Fittipaldi.

Dai disegni originali e dai modelli in scala è stata sviluppata un’auto da competizione capace di offrire prestazioni paragonabili a quelle di una GT3. La decisione di costruirne soli 10 esemplari è legata al numero di gare del campionato 1970 al quale la vettura avrebbe dovuto partecipare. La livrea rossa, bianco e oro scelta per la presentazione è ispirata a quella della Type 72 di Formula 1.

Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con Classic Team Lotus di Clive Chapman, figlio del fondatore, che era in possesso della documentazione originale. Alcune soluzioni tecniche, come i radiatori laterali, le canalizzazioni aerodinamiche e la coda lunga e carenata, riprendono concetti sviluppati anche sulla Type 72. La tecnologia di oggi ha permesso di trasformare i disegni originali in progetti 3D, modificando poi tutte le parti relative alla sicurezza. Per questo sono previsti serbatoi da competizione specifici, cambio sequenziale, servosterzo, ABS regolabile, anti-stallo e soprattutto monoscocca di carbonio abbinata ad estrusi d’alluminio incollati. Dopo oltre 1.000 ore di simulazioni CFD è stato possibile sviluppare l’aerodinamica per ottenere una downforce superiore al peso dell’auto (circa 800 kg) già a 240 km/h.

Per la motorizzazione è stato scelto un V8 da 830 CV a 8.800 gir/minuto con distribuzione ad aste e bilancieri ed iniezione meccanica, simile a quelli utilizzati all’epoca sulle biposto CanAm, montato in posizione posteriore-centrale.

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